lunedì 23 maggio 2011

Leggende Metropolitane

di Lorenzo Bramati

I filosofi dell'Antica Grecia, negli anni d'oro della cultura classica, colmavano le loro lacune concettuali con dei miti, storie fittizie che chiudevano le falle dei pur geniali discorsi che ancora oggi si studiano a scuola.
Questi miti, Platone docet, servivano più che altro per accontentare le folle delle piazze, che in queste storie, dai risvolti più o meno veritieri, ci sguazzavano allegramente.
Ma non solo Grecia.
Anche le religioni, dai tempi di Ra, il dio egizio, sono da sempre un insieme vago di leggende e miti che spiegano o almeno accennano a chiarire i cosiddetti "Misteri della fede".
E' chiaro quindi come la storia dell'uomo sia stata segnata da favole che hanno spaventato le masse (la fine del mondo del 1000, la fine del mondo del 2000 e il 2012) ma anche contribuito al processo di civilizzazione sin dai tempi omerici.
Come sappiamo tutti i più grandi personaggi della storia, da Tutankhamon a Michael Jackson, sono sempre stati oggetto di leggende metropolitane che ne hanno accresciuto la fama e creato un alone mistico che li ha resi immortali per le popolazioni a seguire.
Ancora oggi non sappiamo se Elvis sia vivo o morto.
O se Paul Mc Cartney sia veramente lui o il sosia del vero Paul, morto apparentemente alcuni anni fa per un incidente stradale.
E poi, Paola e Chiara sono lesbiche?
Cristina D'Avena una transessuale?
E se Sandropan non fosse in realta così scarso, nonostante egli si definisca proprio un simbolo della Mediocrità?
Forse no.
Anzi, c'è chi dice che Sandropan sia molto forte.

Pochi nella storia recente hanno potuto avere a che fare con il Perfetto, che pur essendo personaggio carismatico e di successo, si è da sempre contraddistinto per la sua scorza dura e la sua fama di lupo solitario, tanto da arrivare a definirlo persino "Il Licantropo".
E' risaputo infatti che il Sublime sia un amante dell'allenamento in solitudine, per poter raggiungere la perfetta coesione con la Natura stessa senza esser disturbato dalla plebe.
Pochi vantano di aver potuto seguire (seppur a debita distanza) il Magnifico in un' uscita settimanale, mentre alcuni dicono di averlo incrociato per strada, ma è un po' come la storia degli ufo che tutti sappiamo.
Qualcuno è anche diventato famoso grazie a queste visioni, come l'umile Rada, il piccolo Cazza o il debole Casati, per citare alcuni tra i più famosi.
C'è anche chi ha provato di tutto pur di entrare nella lista dei beati, come il misero Frank, uomo che ha più volte provato a far credere a tutti di essere addirittura salito con il Padrino sulla temutissima salita del cancello.

E poi c'è la figura del Figlio, che pare si alleni costantemente con l'Illustrissimo, ma quest'ultimo ha sempre negato persino la conoscenza stessa di questa figura, che è sempre rimasta un po' in ombra ma par che sia veramente figlio del Molto Bravo e di una delle Vergini della Sua collezione.

Sta di fatto che il Figlio, al secolo Lorenzo, ha deciso di portare avanti la sua missione: annunciare la Potenza del Mediocre, ovvero spiegare al mondo che Egli non è veramente la sega che tutti conoscono, e tantomeno il simbolo di scarsità che Egli ha da sempre voluto far credere.

Sandropan è forte, dice il Figlio.
BUM, crolla il mondo.
Ma dopotutto il Figlio è pur sempre un adolescente, racconta le balle sulla scuola, racconta le balle alle donne per conquistarle, racconta alla nonna che va bene a scuola per avere la mancia.
Insomma racconta le balle come qualsiasi adolescente.
Quest'ultimo ragionamento ci fa credere che quindi il caro Figliuolo non dica la verità, ma, come in ogni thriller che si rispetti, c'è un però in tutto questo.
Il Figlio, quando racconta le Balle lo fa per uno scopo preciso: avere meno punizioni, avere più donne, avere più soldi.
Dire in giro che il Talentuoso è molto forte (persino più forte di Contador, diceva il solito Frank, sostenitore della tesi del Figlio) che vantaggi può dare all'adolescente? Nessuno, non si tratta nè di soldi, nè di donne, nè di punizioni scontate.
A meno che Sandropan non sia veramente suo padre e sia solo un' opera di ruffianaggio al fine di avere più balocchi a Natale, ma questa è un' altra storia...

Sta di fatto che il Figlio va per città e piazze narrando di aver visto il Buono scalare vette impossibili e racconta di progressioni a cui nemmeno Cancellara potrebbe rispondere.
Ebbene sì, il Bello va molto forte in allenamento, ben più di quanto dimostri in gara.
Si allena come un ossesso, scala la salita del Cancello come se fosse l'ultima azione della Sua vita, fa ripetute, SFR, scatti, accelerazioni e non manca mai all'appuntamento con le migliori sfide proprio per la strada, per ricordare le sue origini povere e umili.
Sfida chiunque gli si presenti davanti alle sue ruote, e conosce tutti i metodi più sporchi e sleali per vincere battaglie improvvisate sulle salite più note della Brianza.

"Va forte almeno quanto Fappani, forse di più" dice il Figlio con gli occhi lucidi, forse per il rammarico di vedere un Padre che, costretto dalla sua posizione mediatica, non può esprimersi nelle gare vere.
La lacrima scende fino al labbro quando racconta di averlo visto scattare sul Lissolo, per battere un fortissimo cicloamatore pronto a sfidarlo, e che prontamente declassò il malcapitato...

Mito o leggenda, non si sa cosa sia vero di tutto ciò.
Ma se si ascolta al contrario una delle orazioni più famose di Sandropan, si distinguono chiaramente le parole "Satana, ti appartengo" e "Vado forte, fortissimo".
Come se si dovessero alimentare ulteriormente tutti i misteri sulla potenza nascosta del Tenace.

Gli UFO esistono?
Sandropan è davvero così forte?

NELLA PROSSIMA PUNTATA: PERCHE' SANDROPAN NON SI ESPRIME IN GARA

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