mercoledì 25 settembre 2013

Non mi piace, anzi mi piace, anzi piace a Sandropan




Secondo alcuni miei amici e parenti sono il classico esempio di chi predica bene e razzola male. Tutto perché negli ultimi dieci anni mi sono sempre definito con orgoglio Facebook Free, rispondevo sgarbatamente a chi mi proponeva di crearmi un profilo, criticavo con asprezza tutti coloro che passavano le serate a curiosare nelle cose altrui e poi, e poi... ho creduto di poter cambiare idea.

Beh, ma non si può cambiare idea? Uno che la pensa in un modo deve pensarla nello stesso modo tutta la vita?
No, con quanto hai rotto le scatole in questi anni.
Nemmeno se il proprio Figliuolo emigra e allora è bello poter vedere cosa fa attraverso il libro delle facce?
Smettila di accampare scuse meschine, il Bambino lo puoi sentire su skype e whatsup quando vuoi, non c'e' bisogno del libro delle facce che ti ha sempre fatto schifo. Ti stai arrampicando sui vetri.
Ah.

La situazione era gravissima, da un giorno all'altro mi ero trovato con le spalle al muro. Ogni cosa che dicevo veniva usata contro di me. Ero un uomo finito.
Mi sentivo tagliato fuori da quel magico mondo dove tutti sono belli, visitano posti meravigliosi, mangiano nei migliori ristoranti spendendo poco e hanno centinaia di amici fighi coi quali si divertono come dei pazzi, ma ahimè non potevo fare nulla per avvicinarmi ad esso.
Ero lì, prigioniero di me stesso, destinato a crepare d'invidia ogni volta che in tram vedevo uno che sorrideva al suo smartphone. Ecco, guarda quello, sarà coi suoi amici di Facebook, magari si è appena scattato una foto e l'ha pubblicata, avrà stupito tutti dicendo che sta andando in un qualche posto giustissimo e sarà oggetto di invidia e ammirazione, mentre io sono qui vicino a lui ma a nessuno frega niente perché nessuno lo sa. Mi sentivo triste e solo like a dog.

Ma, come spesso accade proprio quando tutto sembra perduto, all'ultimo istante la lampadina si è accesa, ed il tunnel nero del quale fino ad un istante prima non intravedevo l'uscita eccolo d'improvviso trasformarsi in un giardino colorato, dove le farfalle svolazzano e nugoli di bambini corrono spensierati e festanti.
La soluzione ai miei problemi era lì, ce l'avevo a portata di mano, anche se fino a quel momento era nascosta ai miei occhi. La soluzione aveva un nome, e quel nome era un nome altisonante: Sandropan.

Si trattava solo di operare una piccola astuzia, una cosina semplice semplice, roba da nulla, che per un politico di second'ordine sarebbe stata una banalità.
Mi sono chiesto: Perchè devo aprire io un profilo Facebook, sputtanandomi a vita, quando c'è Sandropan, il mio alterego, che lo può fare per me? Il profilo lo farò aprire a Sandropan.
E così, grazie a quest'ideuzza semplice ma risolutiva, in quattro e quattr'otto sono uscito dal pantano nel quale mi trovavo.

Il Supereroe Sandropan mi ha garantito un'entrata in società senza scendere a compromessi con la mia integrità morale. Io sono e rimango orgogliosamente Facebook Free. Sandropan no. Infatti su Facebook ci è andato lui.
Ora sono entusiasta. Potrò finalmente avere una foto profilo a petto nudo davanti allo specchio del bagno, pubblicare i minivideo fatti col telefonino mentre faccio l'aperitivo in locali pieni di gente bella e felice, e potrò godere dei mille privilegi dei quali fino ad ora mi era volontariamente ma ingiustamente privato.
Un nuovo mondo ha avuto inizio, senza che la mia persona abbia dovuto subire contraccolpi: Mentre Sandropan potrà avere centinaia di amici e mettere migliaia di Mi Piace sulle più svariate stupidaggini, io sarò libero di criticare lui e tutti gli altri pecoroni rintontoniti del web, e la mia immagine di uomo alternativo e controcorrente non sarà affatto scalfita.
God save Sandropan.

sabato 21 settembre 2013

Sandropan che cosa??



Caro Blog,

lo so, hai ragione. Inutile discutere, inutile accampare scuse. Ti ho trascurato.
Non è che mi sia dimenticato di te, io ho sempre saputo che tu esisti perchè sei una mia creatura, però sono stato pigro, indolente, distratto da altre faccende che alla fine non erano nemmeno così importanti.
E' vero, il problema non è stato il tempo. Se solo avessi voluto ne avrei potuti trovare di quarti d'ora da dedicarti per renderti felice e aggiornato come sei sempre stato abituato a essere.
Ma sono stato cattivo e non l'ho fatto. Mi sono lasciato prendere dalla mia solita crisi esistenziale post-vacanze, e ti ho messo in secondo piano.
Sono sicuro di averti molto deluso, però voglio dirti che in queste settimane ho convissuto con un leggero ma costante senso di colpa per quello che ti stavo facendo.
So che non ci crederai, ma oggi non è la prima volta che mi metto al computer pensando di scriverti; altre volte ho premuto sulla tastiera per qualche minuto, per poi allontanarmi in preda allo sconforto.
D'altra parte, e su questo punto dovrai darmi ragione, sono ormai un po' di anni che io e te conviviamo, e fino a che si è trattato di narrare le mie avventure nei panni di Sandropan, ciclista supereroe campione di mediocrità, tutto è andato liscio come l'olio versato sul pavimento della cucina, ma col tempo le cose sono diventati più difficili.
A proposito di Sandropan: Pare, dicono, si mormora, corre voce che si prepari ad un rientro sui campi di gara del ciclocross. 
Mmmmh… sa tanto di bufala per riempire le pagine del gossip. Ma se fosse vero? Certo la notizia sarebbe sensazionale, e forse varrà la pena di indagare. 
Ma ne riparleremo presto.
Bye Bye


mercoledì 4 settembre 2013

Questione di punti di vista



Potrei disperarmi pensando che le vacanze sono finite, che da oggi sono a Milano e da domani lavoro.
Potrei entrare in depressione per mesi pensando che manca un sacco di tempo alle prossime vacanze e che mi aspetta un autunno piovoso, un inverno gelido e una primavera inutile (visto che qui il mare non c'è).
Potrei ripensare con nostalgia alle settimane passate in Corsica, tra sole, vento, amici. E poi il windsurf sull'acqua trasparente che ti sembra di essere sospeso nel vuoto, il tennis con Lorenzo, le uscite in bici su strade di montagna semi-deserte, la musica la sera in spiaggia, la pasta coi polpi pescati da noi e tante altre belle cose. 
Ce ne sarebbe per piangere almeno fino a Natale.

L'alternativa è quella di credere di essere venuto una decina di mesi a trovare gli amici italiani, per fare un po' di bici in Brianza (le cui strade sono molto trafficate ma belle), e naturalmente a lavorare un po'. Inutile dire che la cucina qui è buona, e questo è un lato positivo.
Nella casa dove starò questi mesi c'è una tv grandissima solo per noi, un wifi da facci paura ed un computer, che a guardar bene per scrivere è molto più comodo dell'ipad.
Inoltre se fuori c'è vento i piatti non volano via dalla tavola, e se per caso dovesse piovere non ci sono problemi, qui non entra l'acqua come in tenda.
Dieci mesi sembrano tanti, ma si sa, il tempo vola e, quando anche questa lunga vacanza sarà finita, mi toccherà rientrare in Corsica. Ma per ora non ci voglio pensare.