martedì 31 dicembre 2013

Perchè (forse) sarebbe meglio non farsi gli auguri di Buon Anno.

Da quando ho aperto il blog ho sempre avuto il desiderio di iniziare un post con "quand'ero piccolo".
Purtroppo non si è mai presentata l'occasione, data l'impronta mistico-sportiva degli argomenti qui trattati. Fino ad oggi. Vi prego dunque di ignorare quanto fino a qui scritto, considerandolo solo una premessa.

Quand'ero piccolo, anche i supereroi sono stati piccoli, passavo tutte le mie estati a Finale Ligure. Non abitavo troppo lontano dal porto, che in realtà era un piccolo porticciolo turistico, che frequentavo spesso e dove avevo qualche amico col quale passare il tempo. Ed era proprio per passare il tempo che a volte, quando negli assolati pomeriggi estivi vedevamo l'equipaggio di un cabinato prepararsi per andare a pesca, correvamo tutti verso gli scogli vicino all'uscita. Lo scafo passava e tutti in coro urlavamo a squarciagola: Buona pesca, buona pesca, buona pesca!!!
Alcuni pescatori, fregandosene del fatto che eravamo ragazzini, rispondevano mandandoci brutalmente affancuore. Altri, la maggior parte, facevano finta di non sentirci anche se passavano a pochi metri da noi. Me li ricordo come fosse oggi mentre, in piedi sulla barca, fingevano di scrutare l'orizzonte e con noncuranza si toccavano le parti intime.
Perchè queste reazioni? Semplicemente perchè dire Buona Pesca a un pescatore non è un augurio ma un malaugurio. Non dimentichiamoci che i pescatori sono un sottoinsieme dei marinai, proverbialmente superstiziosi.

Noi non sapevamo se i nostri auguri o malauguri potessero avere una reale influenza sulla quantità del pescato, ma eravamo sicuri che le nostre vittime,osservando il galleggiante per troppo tempo immobile sull'acqua o i ciuffi di alghe attaccate alle maglie della rete al posto dei pesci, non avrebbero dato la colpa all'inquinamento o ai pescherecci che con le reti a strascico distruggevano i fondali sterminando la fauna marina, ma avrebbero pensato a quei ragazzini che urlavano: Buona pesca, buona pesca, buona pesca! Sentivamo di averli in pugno.

Ma, lasciando da parte i pescatori, sappiamo bene che quando una persona deve affrontare un esame, che sia quello della patente o dell'università, difficilmente vuole sentirsi dire buon esame. Anzi, allo scopo sono stati inventati detti scaramantici come "In bocca al lupo", o "Nel cul della balena".
In bocca al lupo vale per moltissime occasioni, dal colloquio di lavoro all'incontro sentimentale. In bocca al lupo per il tuo progetto, in bocca al lupo per i tuoi studi, in bocca al lupo per la gara di bici eccetera.
Quello di non fare gli auguri è praticamente una regola, alla quale fanno eccezione i compleanni, i natali e i capodanni.
Buon Compleanno, Buon Natale, Buon Anno, Buone Feste!
Può darsi, anzi siamo tutti sicuri che la cosa sia assolutamente ininfluente. Oltretutto quando si parla di Natale o di un compleanno ci si riferisce ad un giorno solo, manca il tempo materiale perchè si possano manifestare effetti collaterali dovuti alla sfiga. Si canta in coro tanti auguri a te tanti auguri a te, ma dopo due ore si va tutti a nanna e la giornata finisce. Al massimo si potrebbero cominciare ad avere problemi alla sera per gli auguri ricevuti al mattino, una candelina che si spezza, al limite un po' di mal di pancia per la torta, insomma cose da nulla.

Discorso diverso per il Buon Anno, perchè, come è noto, un anno dura un anno. Quando il 31 dicembre brindo al grido di Buon Anno, ricevo gli sms di auguri di Felice Anno Nuovo mentre i vetri delle finestre vibrano per i botti, come posso posso fare a meno di pensare a quel gruppo di ragazzini al porto che urlavano Buona pesca ai pescatori i quali si incazzavano come dei bufali?
E ogni capodanno mi domando e dico: Se i pescatori avessero avuto ragione e gli auguri portassero anche solo una quantità infinitesimale di sfiga? Qualcosa che singolarmente non ha nessuna valenza per cui sarebbe impossibile accorgersene ma che invece esiste?

Facciamo due conti e vediamo come questa potenziale impercettibile microscopica sfiga, moltiplicata per sei miliardi di persone che festeggiano, si scambiano biglietti di auguri, accendono luminarie, stappano bottiglie di champagne, fanno i trenini con el meu amigo Charlie Brown e gridano all'unisono Buon Anno, potrebbe assumere dimensioni inquietanti.
E allora la colpa degli enormi problemi che affliggono la nostra società potrebbe non essere del riscaldamento globale, di Putin, della Fornero, di Al Qaeda e della faglia, bensì degli auguri di fine anno. Pensateci. Amnesty International, Green Peace, la Protezione Civile, i controlli agli aeroporti, gli allarmi anti-tsunami. Tutta roba che potrebbe rivelarsi inutile se solo la smettessimo di farci gli auguri di buon anno. Un sacco di cose andrebbero a posto per conto loro, anzi non sarebbero mai andate fuori posto.

E' mai possibile che nessuno ne parli, che sia solo io ad averci pensato, o forse quelli che prima di me hanno azzardato questa ipotesi sono stati ridotti al silenzio? Se si trattasse di un complotto di dimensioni cosmiche? E se tra cinquecento anni si dovesse scoprire che i Maya erano degli imbroglioni ma che Sandropan ci aveva visto giusto?

Con queste domande destinate a rimanere senza risposta concludo le mie semplici ma concrete considerazioni, sperando di avere offerto a tutto voi un importante spunto di riflessione durante queste vacanze.