Da tanto tempo non scrivevo la cronaca di una gara, perche' una delle cose più noiose da leggere (e da scrivere) è la cronaca di una gara. Decido però, pressato dagli eventi, di fare uno strappo alla regola, raccontandovi quel che è successo a Liscate.
Dunque, miei piccoli amici, comincerò dicendovi che sono le 10 di sera di sabato e vado a dormire, domani sveglia presto. Contrariamente al solito dormo come un ghiro, e contrariamente al solito al mattino mi alzo fresco e riposato.
Colazione da atleta, 3 fette di pane integrale del Mulino bianco con miele del Mandelli, il mielaio di fiducia che sta a Concorezzo e che ha fatto anche la Marathon bike tra i non tesserati. Miele di millefiori.
Sono in orario e non sono affatto angosciato nè teso. Il Meroni è senz'altro più preoccupato di me che non ho nulla (o quasi nulla) da perdere.
Liscate, detto tra noi, non è il posto ideale per una gara di mountain bike. Però in Giappone fanno le gare di surf in piscina e quelle di sci indoor, quindi passi la gara di mountain bike a Liscate.
Sono in perfetta armonia col mondo circostante. Lo spirito di Sandropan aleggia per i prati intrisi di pioggia del sabato. La nota leggermente stonata sono tutte quelle facce nuove. Scopro che questa è una di quelle gare in società tra il Master Sport & Sports e il Circuito della Martesana; sapete com'è, noi vecchietti siamo abitudinari e basta poco a farci sentire spaesati, ma per fortuna incontro subito i soliti, coi quali scambio due chiacchiere.
Molti leggono questo blog e sanno che per me è questa la gara della vita. Io sono molto tranquillo, anche se so che oggi devo devo devo devo devo dare tutto, chissà mai che il miracolo avvenga veramente. Non lo dico a nessuno, nemmeno a mio figlio che lo sa benissimo visto che si allena con me, ma sono in straforma.
Mi vesto e salgo sulla bici per scaldarmi. Passano 20 secondi e curvo quasi da fermo sotto al gonfiabile del traguardo, quando sento la ruota anteriore che parte di lato scivola come sul ghiaccio no non è ghiaccio è solo un cavo, il cavo degli altoparlanti che stanno montando e che rotola inesorabilmente sotto alla mia ruota, in un intreccio malefico tra ruota che scivola sul filo che si arrotola su sè stesso. Una combinazione fatale, potrei provarci altre mille volte senza riuscirci.
Non ho scampo. Mi vedo al rallentatore, la bici si inclina di più e di più ancora, sto cadendo, non mi resta che mettere giù una mano per attutire il colpo.
Risultato una bella sbucciata al ginocchio e una bella figura da Pirla... ma per fortuna gli spettatori sono pochi. Un male cane, mi rialzo in un secondo e dico "non è niente", anche se quelli che hanno assistito alla scena sanno che non è vero, e si allontanano discretamente per non mettermi in imbarazzo.
E' a questo punto che sento una voce forte e chiara che mi avvolge come se arrivasse in stereofonia e mi dice: "Sandropan, forse pensavi di essere diventato davvero un atleta?"
Mi volto e attorno a me non c'e' nessuno.
La voce continua "Dove pensi di andare con quel ginocchio sbucciato? Non vedi che gli altri bambini non ti vogliono far giocare con loro? Torna a casa Sandropan, il tuo posto non è qui. Lascia perdere la mountain bike e torna a casa a giocare coi Lego, finchè sei in tempo."
Non riesco a capire da dove possa provenire quella voce, ma sento chiaramente che tutto questo è un segno del destino. Un segno inequivocabile.
Il mio Io ha subito un duro colpo. Credo di non essere più così carico.
Manca poco alla partenza. Ecco il Ciccardi! Quanto tempo! Mi è proprio simpatico il Ciccardi, sono contento che ci sia poi ci si vedrà anche al ciclocross no aspetta non sono così contento il Ciccardi il Ciccardi il Ciccardi è del team Caroni, comitato di Milano!
Faccio i conti alla velocità di Jaguar, il supercomputer multiprocessore della Nasa. Rielaboro i dati inserendo la nuova variabile, il Ciccardi, che siccome sicuramente va più forte di me e molto probabilmente meno forte del Borsani si metterà di mezzo e... insomma vedo il secondo posto del podio che prende il volo e scendo idealmente di un gradino. Anzi se vogliamo essere precisi immagino la premiazione, io sul podio del secondo e il Borsani che mi dice "senti bello lasciami il posto che mi spetta e mettiti li' di fianco, e ritieniti già fortunato che ti facciamo stare con noi."
Sono ancora meno carico.
La gara parte, e qui c'è poco da dire, come avete potuto leggere se siete arrivati sin qui, la Caporetto è iniziata prima della partenza. Come volevate che proseguisse?
Odio le gare in pianura e le gare col fango, e questa è in pianura col fango.
La mia prestazione, già compromessa dal punto di vista psicologico, è stata perfettamente all'altezza, ovvero alla bassezza, delle aspettative.
La ruota anteriore scivolava nel fango, la ruota posteriore scivolava nel fango, e tutti assieme scivolavamo nel baratro, giù e poi ancora giù nei profondi abissi della falda acquifera.
Tra un paio di settimane inizia il ciclocross, sento che ne vedremo delle belle.
Sandropan © 2010
2 commenti:
Grandissima cronaca :)
In quanto a sfiga mi batti alla grande (mi riferisco alla caduta prima della gara)!
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