Sandropan guarda il monitor con sguardo assente.
Ha gli occhi aperti, ma sogna. Anzi sogna, ma riesce a tenere gli occhi aperti. Tecnica perfezionata in anni di esperienza e di esercizio.
Google Maps, Udacino, Master mtb, Milano Manetta, il blog di Paolo Isola. I soliti giri sul web.
Ma il video del mac è sempre più sfocato. Sempre più sfocato. Sempre. Più. Sfocato.
...
Il cartello in autostrada indica Novara Est. E' qui che si esce. Papà hai preso le tessere e i soldi per l'iscrizione? Le ho prese.
Il bar in paese è già pieno anche se è domenica ed è presto, tanta gente, molti sono ciclisti. E' strano non conoscere nessuno.
Bevo un caffè.
Sono al parcheggio, ecco un posto libero. Quelli dell'auto di fianco mi salutano, sono gentili, quasi ossequiosi. Ciclisti che si stanno già riscaldando passano in bici dall'altra parte della strada, mi guardano e parlottano tra loro.
L'iscrizione è al solito posto, mettiamoci in coda prima di cambiarci. Prego, venga pure! Ma, e la coda? Venga, lasci stare, per lei non c'è bisogno della tessera, venga avanti, grazie, buongiorno, grazie per essere venuto.
Quello è Sandropan con suo figlio! Forse è uno che gli assomiglia! No è lui! Non è lui, sì è lui. E' ingrassato, E' dimagrito. Ha i baffi.
Faccio finta di non sentire.
Ho gli occhi di tutti addosso. Metto la crema riscaldante e i ragazzi attorno e mi guardano e annotano la marca del tubetto che sto usando.
La mia bici è la più bella. L'unica coi freni a disco e i tubeless, diversa da quella finta biammortizzata verde coi tubi grossi, che regalavano coi punti dal benzinaio una decina di anni fa. Le bici qui sono tutte verdi, tutte uguali e pesantissime, marchiate Pininfarina.
Ecco il campione locale. E' un tipo grassoccio, con le gambe pelose; al posto del casco indossa un cappello da alpino. La sua Pininfarina ha un cestino di vimini legato al manubrio, e pedala con la sella bassa tutta indietro. Non sembra un vero campione, non sembra nemmeno uno che va in bici.
Ora sono in griglia. ecco Robert Wilson e Tony Marchese. Sembrano due fenomeni. Sono venuti per contendersi il primo premio, televisore al plasma 50 pollici più coppa più mazzo di fiori.
Gli altri concorrenti sembrano un po' tutti uguali, occhialoni scuri, zainetto, maglietta di lycra Nike e un aspetto che li fa assomigliare più a dei surfisti che a dei ciclisti. Gente che non è abituata a fare fatica.
Nessuna maglia di squadre, a parte quelle dei due campioni Wilson e Marchese. Sono loro le superstar, anzi lo erano fino a che non si sono accorti che c'ero anch'io.
I due mi guardano con evidente antipatia, ma ora lo speaker sta parlando di me, elenca i miei successi e dice che sono il favorito. Io? Sì, tu, quelli lì li batti senza problemi, mi dice il tipo che sta alla mia sinistra e che si soffia il naso in un fazzoletto tutto ricamato. E' un ragazzone coi capelli rossi, un casco enorme e lo zainetto sulle spalle pieno di cose buone da mangiare. Mi osserva con ammirazione, si sposta per lasciarmi spazio in partenza.
Ma quelli forti, il Gallone, il Bedogni, quelli che di solito mi danno venti minuti quando va bene? Non li vedo. Forse non arrivano. Forse li ho sognati, non sono mai esistiti.
Silenzio. Shhhh.
Manca poco al via e sono tutti emozionati, lo sono anch'io.
Un tipo con la barba vestito con una tunica bianca spara in aria. E' il via.
Parto piano come al solito, anche più piano, ma la bici sembra vada da sola. Al mio fianco ci sono solo Robert e Tony La Pantera, in evidente affanno. Cento metri più indietro il polverone alzato da una mandria di ciclisti. Tutti sgomitano e sembra che facciano una gran fatica, ma vanno piano, non capisco perchè vadano così piano. Meglio così.
Guardo il contachilometri, trenta all'ora. Non è tanto, ma è molto di più degli altri. Forse è vero che sono forte, provo ad accellerare, quaranta, cinquantadue, settantacinque!
Mi guardo attorno, sono rimasto da solo.
Mi concentro sulla bici, sento il rumore delle ruote sul terriccio. Quello dev'essere il Ticino.
Sul percorso i tifosi mi chiamano, sono sempre di più, diventano due ali di folla, molti scattano foto e video coi telefonini. Oggi vinco, eccome se vinco. Il traguardo è là in fondo a questo lungo rettilineo, vedo il gonfiabile arancione. E' fatta.
Scusa Sandropan. Ma questo chi è? Sai leggo sempre il tuo blog. Grazie. Anche mia moglie lo legge, e qualche volta anche mia mamma, che è anziana ma è ancora una donna in gamba. Bene. Perchè sono fermo a parlare con questo? Ho letto che vai in Corsica, ci sono stato anch'io! Sto perdendo tempo, se il tipo non mi molla è un casino. Sai proprio a Bonifacio, ci sono passato in moto nel novantacinque, c'è sempre un gran vento.
Vedo uno che passa fortissimo, riconosco la sua divisa, è Tony Marchese. In lotta con Wilson, passa anche lui. Vorrei ripartire ma quello che mi parla si tiene attaccato al mio manubrio e non lo molla, Non mi dovevo fermare. Passano tutti. tutti assieme. Sono angosciato, poco fa ero un campione, stavo vincendo. Il tipo continua a parlare. Lasciami andare via! Mi guarda perplesso e non capisce che ho fretta, ora mi lascia, riparto ma è tutto diverso, adesso anche la mia bici è una Pininfarina, le gambe sono pesantissime, gli ultimi metri mi sembrano un calvario.
Passo il traguardo, ultimo, come al solito, anche peggio. Sconforto totale.
Poletti, l'uomo al computer delle classifiche, si avvicina. Come la gestiamo questa faccenda dell'iva al ventuno per cento? Non è la voce di Poletti.
...
Senta, come la gestiamo quest'iva al ventuno, ci ha pensato?
Mi scusi, ero concentrato su un problema di ordine logico al quale faccio fatica a trovare una soluzione. Mi diceva dell'Iva al ventuno per cento?
3 commenti:
- Venga Sandropan, venga con noi che la riaccompagnamo a casa.
Sembrava mi conoscessero bene quegli uomini col camice bianco.
Ma non era il Poletti.....e non era nemmeno Tony Marchese.
ahahah
Bravo Brady, un bel finale alternativo...!!
Che Sandropan ti benedica!
grazie sandropan o mio maestro di vita x avermi citato nel tuo racconto ne sono onorato con affetto tony m. la pantera.....
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