domenica 8 luglio 2012

I Racconti dell' Orrore: The Ambulance

Premessa: Quello che state per leggere è la descrizione, che Sandropan ha pazientemente scritto pigiando i tasti con la sola mano sinistra, delle primissime fasi della sua recente disavventura.
Il breve racconto contiene parti assai crude e perfino alcune parolacce, se temete quindi che questo possa offendere la vostra sensibilità vi consigliamo di spegnere il computer o di premere il tasto BACK del programma di navigazione che state utilizzando.
Infine vi diciamo che, pur non trattandosi di un capolavoro, questo scritto ha il pregio di essere mostruosamente veritiero.

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Carissimo Lettore del Mio Blog,
ciò che ti propongo ora è di fare un gioco insieme a me. Immagina di trovarti sdraiato a faccia in giù e subito dopo seduto sul bordo di un campo di grano ad aspettare che qualcuno possa fare qualcosa per te. Il dolore è acutissimo, il caldo è insopportabile, il cuore batte ancora al massimo perchè un minuto prima eri in gara; sei fradicio di sudore, assetato, affamato, sporco, accaldato e non ti puoi muovere. La spalla è giù, hai ancora nelle orecchie il rumore dell'osso che si è spaccato, nessuno te lo ha ancora detto ma tu lo sai che hai fatto un bel casino. Vorresti poter tornare indietro, basterebbero un paio di minuti della tua vita, anche solo per provare a  non cadere come un sacco di patate agganciato ai pedalini. Cazzo erano troppo stretti, sei stato pigro, allentarli sarebbe stato un lavoro da un minuto. E quella non era la gara della vita, fino all'ultimo sei stato in dubbio se farla o no, tanto oggi eri da solo. indeciso se venire qui o andare a fare windsurf. Windsurf. Devi controllare l'attrezzatura; tra quindici giorni sarai in Corsica, a spararti un mese e mezzo di sole, vento e onde, come nelle canzoni dei Beach Boys, colonna sonora della tua vita fino a qualche anno fa ed oggi solo delle tue vacanze estive.
Sei ancora troppo carico di adrenalina per sapere quanto male hai davvero, gli altri concorenti passano, gli amici ti chiedono se ha bisogno d'aiuto, e tu stai facendo i conti. Cazzo le vacanze, tra quindici giorni hai il traghetto, forse se non ti fossi rotto niente ce la potresti fare, ma il crack che hai sentito è inequivocabile. Sei nella merda.
Ora pensi al lavoro, ci sono i clienti, le scadenze e gli impegni presi, non c'è dubbio, non hai vent'anni, a parte il lato economico non ci farai una bella figura. Ti senti sprofondare nell'abisso, ma ora il male è diventato troppo forte per completare un qualsiasi ragionamento. Il tipo della moto ti ha detto che arrivava l'ambulanza, ma qui non c'e nessuno e stai morendo per il dolore sotto a un sole che ti picchia sempre di più sulla testa. Maledetto campo di grano, maledetta mountain bike, maledetta spalla. Tu puoi essere più forte, questo non è il momento di cedere, non sei un campione ma sei uno sportivo e il dolore lo puoi dominare. Fingi normalità, ti appoggi il braccio sulla gamba, sfili la macchina fotografica e ti scatti una foto per il blog. Immortalare il momento serve a esorcizzarlo. In fondo qualcosa hai ottenuto, se hai ancora voglia di fare pirlate sei lì, sei vivo, sei forte, fanculo il dolore.




Le fitte si fanno lancinanti, il caldo picchia duro, il soccorso non c'è ancora e tu cominci a sentirti male. Quel signore che sta di fianco e ti dice che l'ambulanza sta arrivando non può sapere quanto male hai davvero, gli dici che non ce la fai più, gli proponi di tirare fuori il suo cellulare e chiamare il 118, ma lui ti ripete che l'ambulanza sta arrivando. Poveretto anche lui, è un volontario, ti sta solo facendo un favore standoti vicino, ma non te ne frega niente, ti frega solo dell'ambulanza che non c'è. Vorresti potergli prendere il telefono con la forza e fare tu quella chiamata al 118, ma non riesci a muovere nemmeno un dito senza sentirti mancare. L'ultima cosa che hai fatto è stata rovesciarti in testa la borraccia con l'enervit appiccicoso che si sta seccando sulla pelle, e ora scopri che potresti solo piangere, aspettando che arrivi davvero questa cazzo di ambulanza. Cominci a pensare che è assurdo, che non è giusto stare lì così, che saresti disposto a pagare un elicottero che ti porti in ospedale, basta che l'incubo finisca. Torna quello della moto e dice che ora l'ambulanza si è attivata, che avevano dovuto soccorrere un 'altro che si era fatto male. Ti senti un po' a disagio, perchè in un certo senso sei stato egoista, hai pensato solo a te stesso.
Arrivano i nostri, senti finalmente il rumore del motore, sono stati probabilmente i trenta minuti più brutti e più lunghi della tua vita, ma ora ci sono i Medici in Prima Linea, li senti venire a piedi verso di te, non vedi l'ora di affidarti a loro.

Scusa, dov'è che ti fa male? La voce potrebbe essere quella di una ragazzina che sta masticando un chewing gum. 

Ce la fai ad alzarti da solo o vuoi che tiriamo fuori la barella? Incalza il collega. 
Occazzo. Ripiombi nello sconforto. La barella è di fianco, sul prato, ma adesso? Senti le mani di uno che cerca di sollevarti dalle ascelle, incredibile! Urli come un pazzo. Se fai così non possiamo portarti via! Sono in tre ed ognuno ha una visione differente del problema, nella pratica è evidente che non sanno cosa fare. Capisci che nella merda ci sei ancora, anzi ci sei di più. Ma il tutore? Non c'è il tutore per bloccare la spalla? Ah già, il tutore! No, non c'è. La ragazza arriva con una specie di telo e fa una specie di qualcosa cioe' fa peggio di niente mentre tu le urli di stare ferma. Ma che corso hanno fatto questi? Sarebbe il caso di chiamare un'ambulanza vera, ma è inutile dirlo, i tipi non capirebbero e soprattutto non lo farebbero. Il tuo hobby della domenica mattina è fare le gare di bici, il loro è quello di giocare all'ambulanza. Ti rassegni e sposti il culo un centimetro alla volta mentre il tuo osso rotto e scomposto sta fluttuando dieci centimetri più in basso di dove dovrebbe stare. Piangi, anzi singhiozzi mentre l'ambulanza esce dal campo di grano; ogni buca è una bomba atomica, e lo sarà ogni tombino da lì all'ospedale.

Impostano il Gps, si parte, placidi nel caldo e assopito traffico della mattina del giorno di festa. Manca solo il surf sul tetto, la radio e il braccio fuori dal finestrino.
Sul tragitto tra Cerro e l'ospedale di Legnano ci sono semafori ogni duecento metri. Tra i lamenti e qualche singhiozzo gli dici ma la sirena? Ma no, noi non siamo mica il 118! Ti guardano con l'aria di quello che vorrebbe spettacolarizzare il tutto, magari per raccontarlo agli amici. Ancora tre rotonde e quattro semafori e due rettilinei e tre curve a destra e due a sinistra e ci siamo. Intanto la biondina, che vuole mettersi alla prova, insiste per misurarti la pressione sul braccio sinistro che tu stai usando per fermare la spalla destra che cade. Cosa gliene frega della tua pressione? Perchè questa non si trova un fidanzato come fanno tutte le ragazze della sua età? Tenti di opporti, ma psicologicamente sei già morto. Potresti perfino ridere vedendo che il misuratore della pressione non funziona, o più verosimilmente è lei che non lo sa usare, ma chissenefrega.
Il motore si spegne, sei in ospedale, è passata più di un'ora da quando ti sei fatto male. Gli infermieri di Scherzi a Parte si dileguano e ti auguri di non vederli mai più. Al loro posto arrivano quelli veri e tre secondi dopo hai un ago in vena, le forbici ti tagliano la tutina e qui ha inizio la parte normale della tua giornata. Sembra assurdo ma non potresti essere più contento.



Sandropan


7 commenti:

Paolo Isola ha detto...

Mi dispiace molto per quello che ti è successo, ti consiglio vivamente, una volta guarito, di cambiare sport! La corsa a piedi e il nuoto sono ottimi sport per tenersi in forma e non sono pericolosi. Anch'io 27 anni fa facevo ciclismo, fui investito da dei senegalesi che non mi dettero la precedenza ad un incrocio, feci 4 giorni in ospedale con trauma cranico, mi misero 18 punti in testa senza farmi anestesia, mi sono rimaste cicatrici in testa e non posso tagliarmi i capelli troppo corti. Quando guarii non ne volli più sentire parlare di bici da corsa e mi dedicai alla corsa a piedi, sport decisamente più tranquillo del ciclismo. Da 15 anni a questa parte ho scoperto il nuoto in mare e d'estate è il mio sport principale, se non l'unico.

sandropan ha detto...

Paolo hai ragione, ma i Senegalesi potrebbero venirti addosso anche mentre nuoti!

Paolo Isola ha detto...

I senegalesi non sanno nuotare, infatti quando non voglio essere scocciato per l'acquisto delle loro cianfrusaglie(succede spesso quando c'è poca gente in spiaggia che questi si appiccichino e fino a quando non compri qualche schifezza non se ne vanno), quando ne vedo uno in lontananza che si avvicina, mi butto in acqua e sto tranquillo

MembroKid ha detto...

Conosco Senegalesi che vendono le loro cianfrusaglie direttamente in acqua da piccole barchette, mentre, in generale, direi che tutti Senegalesi corrono e forse anche molto piu' veloci di te. Non hai scampo dai Senegalesi. E' una certezza.

Paolo Isola ha detto...

Io non ho mai visto un senegalese in barca, piccola o grande che sia, e tanto meno in acqua! Penso, invece, che l'acqua del mare sia una certezza per scampare dai senegalesi, vista la loro totale assenza di acquaticità

Anonimo ha detto...

Forse Sandropan, da bravo Padano, ha confuso la Sardegna con Lampedusa...

sandropan ha detto...

Hai ragione, per noi da Genova in giù è un po' tutto uguale. Infatti penso che più che ai Senegalesi bisognerebbe stare attenti alle navi della Costa Crociere.