Il Maestro, concentrato nella lettura de I Fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij. sedeva distinto su una comoda poltroncina in vimini, posta sul marciapiede proprio a lato del portone della Sua abitazione.
D'un tratto si udirono dei passi di corsa che rimbombavano tra le case, e da una via laterale sopraggiunsero affannati due Discepoli i quali, alla vista del Sublime, gli si gettarono ansimanti ai piedi, pur mantenendo una distanza rispettosa.
Il Maestro non alzò neppure lo sguardo sui due poveretti che stavano lì, faccia a terra, completamente sdraiati sull'asfalto per dare prova di totale sottomissione. Quindi, trascorsi una decina di minuti e giunto alla fine del capitolo, Egli mise il segnalibro, chiuse il pesante tomo e disse:
"Dunque cosa vi porta ad interrompere tanto impunemente la mia lettura, cari Discepoli?"
"Sandropan, noi ti chiediamo perdono, ma siamo corsi da te perchè abbiamo sentito dire che il Discepolo Cazza sta molto male, ed ha espresso il desiderio di vederti."
L'espressione del Maestro mutò, i suoi occhi si inumidirono e si capì chiaramente quanto la notizia lo avesse turbato ma, contrariamente a quanto ci si sarebbe potuti aspettare giunti a questo punto, non fece e non disse nulla. Anzi, in netto contrasto con il sentimento di pietà che dimostrava di provare per il Discepolo dalla scapola fratturata, riaprì il Suo libro e ricominciò a leggere ostentando totale indifferenza.
Fu allora che uno dei Discepoli, quello che fino a quel momento non aveva nemmeno osato proferire parola, si rialzò, estrasse dalla tasca dei pantaloni una busta contenente cinque biglietti da cento euro e la porse timidamente a Sandropan il quale, dopo avere controllato l'importo dell'offerta, la mise tra le pagine del Suo libro. Poi con un impercettibile cenno degli occhi congedò i Suoi Adepti, che capirono e si allontanarono immediatamente e silenziosamente.
La sera stessa fece visita al dolorante Discepolo Cazza, che da giorni stava sdraiato a letto e che, alla vista del Maestro di Vita, si commosse fino a singhiozzare.
Sandropan subito lo esortò senza troppi complimenti ad alzarsi, e con una breve imposizione delle mani vicino alla scapola fratturata lo fece subito sentire meglio.
In segno di gratitudine Il Cazza prese la gallina più bella del pollaio, la uccise e la donò al Maestro che fece ritorno a casa, felice per il buon esito della missione appena compiuta.
![]() |
Sandropan ed il Discepolo Cazza |