lunedì 27 giugno 2011

La pancia del gruppo

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Mezzogiorno a Milano, vagamente soprappensiero con lo scooterone zigzagando sotto il sole tra auto parcheggiate, auto che parcheggiano, auto che si muovono ovunque tra incroci e semafori e aiuole con l'erba color verde militare e le signore che portano lì il cane a fare i bisogni col guinzaglio a cordicella che si allunga e si riarrotola; il cane abbaia ma non lo sente quasi nessuno perchè, si sa, la città è rumorosa.
A proposito di cane, oggi fa un caldo cane, ma il caldo mi fa piacere; l'estate comincia a farsi sentire sul serio, penso alle vacanze che si avvicinano. Penso al traffico impazzito che c'era qui in piazzale Susa quest' inverno con la pioggia, e penso a come si sta bene oggi;  fa un caldo cane e si guida volentieri, si vede che molti milanesi sono già al mare.
Mentre guido penso, e mentre penso non faccio caso a quelli con gli scooter che mi si mettono di fianco e che scattano al verde come al motogipì. Io ho già dato, come tutti i weekend o quasi. 
Non ho voglia di fare la gara anche con lo scooterone, chissenefrega se scattano prima, poi tanto col quattrocento se voglio li recupero in un attimo. Magari li potessi recuperare così anche in gara. Sabato sono stato un pollo, mi sono fatto proprio fregare come un ciulandero. Se fossi stato un po' più aggressivo di sicuro ce l'avrei fatta a finirla questa cacchio di gara di Oleggio che mi è rimasta qui. Dovrei dar retta a quel mio amico che non ha mai fatto una gara su strada ma mi da ottimi consigli su come dovrei comportarmi nelle gare su strada, e infatti mi ha detto che sarei dovuto stare nella pancia del gruppo. Anche altri mi hanno detto e ripetuto la stessa cosa: Perchè stavi così in fondo? Saresti dovuto stare nella pancia del gruppo. Tutti parlano e consigliano, ma alla fine il ciulandero sono io. Non so se imparerò mai a stare nella benedetta pancia del gruppo. 
Penso a mio figlio che ieri mattina in mountain bike mi ha detto papà tu hai fatto tre gare su strada ed in due ti sei ritirato. Penso che avrei dovuto ridurre il budget della sua bici a favore della mia. Anzichè una bici da dieci chili (la sua) e una da quindici chili (la mia) avrei dovuto prenderne due da dodici e mezzo, poi forse se ne sarebbe riparlato. Ma no, che cattiveria, lui lo fa per spronarmi, e poi quando va bene nelle gare a me fa piacere. E poi non gli ho mica preso la bici da ottomila euro. E poi la bici non vuole dire niente, non posso dare la colpa alla bici. Papà, non so di cosa tu abbia paura, devi solo imparare a stare nella pancia del gruppo. Grazie, un altro duro colpo alla mia autostima. Di questo passo stare nella pancia del gruppo sarà sempre più difficile. Peccato, mi ero così gasato alla gara in autodromo, mi ero illuso di avere abbattuto la barriera psicologica che mi impediva di stare nella pancia del gruppo. Ma poi penso: Cosa vuole mio figlio che quando andiamo in surf non mi vuole mai seguire in mare aperto nelle bocche di Bonifacio? Ha paura di finire nella pancia dello squalo? E' lecito che lui abbia paura di finire nella pancia dello squalo mentre io non ho il diritto di aver paura di stare nella pancia del gruppo? Che poi a guardar bene di squali da noi se ne vedono pochi e quei pochi non mangiano volentieri i windsurfisti, invece nella pancia del gruppo si cade, e quando si cade ci si fa male.
Penso e mentre penso arrivo agli ultimi semafori; vicino ai camion comincia a fare caldo davvero e si passa a fatica anche con lo scooterone. Penso che è una vita che fanno lavori sulla Valassina. Ne vedrò mai la fine? La vedrà mio figlio, o saranno i suoi figli a vederla? E se mai dovesse capitare a me cosa farò, quel giorno sotto al tunnel della SS36 nuovo di zecca illuminato a giorno? Urlerò come un pazzo dalla gioia o mi sfogherò in un pianto liberatorio? Compirò un gesto inconsulto e mi farò esplodere con una cintura esplosiva? Oppure mi unirò alla folla che si abbraccerà come quando l'Italia ha vinto i mondiali di calcio?
Aprò la saracinesca del box, parcheggio lo scooter vicino a Tronitus che mi guarda con gli occhioni lucidi. Sono costretto a promettergli che la prossima volta proverò a stare nella pancia del gruppo.
Scusate lo sfogo.


Sandropan
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