Fermati là dove vedrai le casse di birra e dove l'odore dell'erba si farà più intenso - rispondo con voce profonda di colui che era adolescente negli anni 70, e che nell'ottantuno era al Vigorelli sotto al palco dei Ramones e dei Clash. Gli eventi underground fanno un po' parte della cultura dei milanesi della mia età.
Sono anni che leggo di questa bici fissa vissuta quasi come lifestyle, ho letto e sentito parlare delle gare notturne che si fanno a Los Angeles e a New York, e sono contento di venire qui stasera per poter fare qualche foto, o magari un video per Sandropan TV.
L'idea della gara clandestina mi piace, già la cosa in sé ha un certo fascino. Ci si ritrova per passaparola, o grazie a qualche blogger che dà il suo personale contributo all'evento illegale.
E poi non dimentichiamoci che stiamo andando al Parco Lambro, che è stato sede di un famoso happening socio-politico-musicale che ha fatto discutere per anni, visto il modo in cui è degenerato.
Il Suv davanti a noi svolta dove dobbiamo svoltare anche noi, per entrare nel parco. Strano, mi sarei aspettato di trovarmi in coda a un furgoncino wolkswagen coi fiorelloni, ma, don't worry, questo del Suv sarà uno in cerca di amore mercenario. Invece no, il tipo parcheggia dietro ad una fila di auto, dove vediamo che c'è gente che armeggia con le bici.
La festa è qui, pare, rallentiamo.
Ecco due barbe nere che promettono bene. Tiriamo giù il finestrino. Ragazzi, a che ora partite?
Partite?? No no, noi la gara non la facciamo, qui ci sono quelli forti.
Partite?? No no, noi la gara non la facciamo, qui ci sono quelli forti.
Ah.
Scendiamo e ci guardiamo in giro. Se dovessimo giudicare dalle macchine potremmo dire che quelli underground siamo noi, che siamo arrivati col pandino di Lollo.
Anche le bici non scherzano niente. Sono tutte a scatto fisso, ma non sono quelle là, quelle costruite col telaio trovato in cantina. Il carbonio impera incontrastato, e le marche sono quelle famose. Sembra di essere a una gara Udace dove per calcolare il valore delle bici uso la mia fida Tronitus come unità di misura. Questa varrà 20 Tronitus, Questa è bellissima, ne varrà anche 35, forse 40. Queste sono ruote da 5 Tronitus e mezza.
Anche qui ci sono tutte bici dalle 25 Tronitus in su. Niente male per una moda trasgressiva.
Ma questo non doveva essere un evento underground?
Che dire, in effetti di underground c'è pochino. A parte Loca Dopa, che sembra l'unico ad essere entrato nella parte, tanto che per non farsi fotografare da noi sarebbe disposto a fare a botte (si vede che fa un po' Sid Vicious), tutti gli altri sono concentrati sulla gara che partirà da lì a poco; preparano la bici, mettono i pneumatici alla giusta pressione, fanno giri per riscaldarsi. Esattamente come si fa alle migliori gare Udace. Ed infatti, per essere in tema, l'odore che si sente non è delle canne ma dell'olio canforato che serve a scaldare i muscoli.
Insomma, avevamo capito male, probabilmente siamo un po' disinformati.
Ma non fa niente, la gara è bella comunque. I concorrenti sono delle bestie, e soprattutto coraggiosi per correre in una gara praticamente senza freni. Certo, non era esattamente quello che ci aspettavamo; pensavamo di vedere quelli con le bici autocostruite pedalare col pantalone destro tirato su per non impigliarsi nella catena, invece abbiamo assistito ad una gara con tutti i crismi, con tanto di cartello contagiri, campanella del giro finale e urlo liberatorio del vincitore arrivato a braccia alzate.
Beh, io e Lollo qualche ripresa l' abbiamo fatta lo stesso, e se avremo voglia, forse, le monteremo.
Peace and Love
Sandropan